Consegna dei diplomi – 21 Novembre 2018

Questa esperienza mi ha aiutato tanto a lavorare su me stessa ma anche ad aiutare gli altri”: ecco cosa dice Francesca Sangiorgi dell’Oratorio San Francesco, organizzazione di volontariato di S. Lazzaro di Savena, dopo aver concluso il suo percorso di Università del Volontariato di Bologna.

È il 21 novembre 2018 e questa sera a VolaBO prende il via il quarto anno di Università del Volontariato di Bologna. Per alcuni volontari si conclude un’esperienza e per altri invece inizia una nuova avventura.

La serata si apre con una videochiamata di Marco Pietripaoli, direttore del Centro Servizi per il Volontariato di Milano, il quale ha colto l’occasione per parlare ai presenti del senso dei Centri di Servizio per il Volontariato. “È vietato fare progetti e attività da soli. È importante connettersi e lavorare con altri. Lo spirito dell’Università del Volontariato è proprio questo: quello di portare in casa e di donare vicendevolmente le competenze, le idee e le proposte per migliorarsi”, così esordisce il direttore, che ribadisce l’importanza della figura del volontario in una società complessa come quella odierna sottolineando l’esigenza e la necessità della formazione.

Subito dopo è stato il momento della consegna dei diplomi per coloro che hanno portato a termine il percorso completo 2017/2018 ed è stata anche un’occasione d’incontro tra loro e i corsisti in procinto di iniziare il nuovo anno, un momento di scambio e condivisione di esperienze.
I diplomati sono stati invitati dalla responsabile dell’area formazione Paola Atzei e dalla coordinatrice Chiara Zanieri a lasciare un oggetto simbolico, un messaggio da depositare all’interno di una valigia, metafora di un bagaglio che accompagnerà i corsisti dell’anno a venire. Tutti hanno consegnato un pensiero, condividendo il senso di ciò che per loro ha rappresentato il percorso svolto.

Una cerimonia densa di emozioni che si è manifestata attraverso parole sincere di affetto e di ringraziamento, alternate a momenti di ironia.
Dalle varie testimonianze è emerso come questi corsi abbiano incrementato nelle persone la sensazione di consapevolezza: “Lavoro da diversi anni in questo settore ma sono cambiata nella motivazione, nella consapevolezza e nella relazione con gli altri”. Ecco ciò che testimonia Francesca Sangiorgi che afferma di essere cresciuta tanto e di aver cambiato la sua visione del volontariato.

I diplomati hanno utilizzato parole importanti per descrivere la propria esperienza, parole che evidenziano come un percorso formativo come quello offerto dall’Università del Volontariato sia stato per loro fondamentale, tanto a livello professionale quanto a livello umano. Chiunque può diventare volontario semplicemente facendo qualcosa di buono per gli altri, ma un volontario, se formato, sarà sicuramente più consapevole per la causa che deciderà di portare avanti, per il percorso che deciderà di intraprendere.

Per alcuni volontari è stato un percorso anche terapeutico perché ha permesso di affrontare situazioni di sconforto o di conciliare lo stress del lavoro con le attività extra. Altri invece ritengono di aver affinato le proprie competenze e di “aver messo a sistema tutto ciò che serve” come sostiene ancora Francesca, ovvero grazie a questo corso, è stato possibile assumere maggior cognizione di ciò che si fa e perché lo si stia facendo.

È stata infine sottolineata anche la felicità e la gioia che questa esperienza ha comunicato a ognuno di loro; è stato emozionante per molti confrontarsi con le varie realtà del territorio, con Paola e Chiara e successivamente con i volontari della propria organizzazione.

Ciò che facciamo per noi stessi muore con noi, ciò che facciamo per gli altri rimarrà in eterno”: questo è il messaggio lasciato da Gianni Bitonti di Clown 2.0, organizzazione di volontariato di Bologna che regala sorrisi ai bambini che si trovano in ospedale. Questo è il senso più profondo del volontariato: sì fare qualcosa per gli altri, ma qualcosa che in fondo fa stare bene anche se stessi.

Percorsi come quelli offerti da UniVol Bologna forniscono diversi spunti per migliorare la propria attività di volontariato e creano solidi legami tra persone, come dimostra l’esperienza di Biblioteca dei Libri Viventi, organizzata da Valentina Gramegna di BibliotechiAmo, Associazione di Promozione Sociale di San Giovanni in Persiceto, che nell’organizzazione di questo evento ha coinvolto alcuni suoi compagni di corso dell’Università del Volontariato.

E forse sono proprio questi gli aspetti più significativi per chi frequenta i corsi di Università del Volontariato: persone che si incontrano, si ascoltano e si confrontano; un percorso che trasforma l’esperienza di ogni singolo partecipante in un qualcosa di utile per tutti e per ogni associazione, durante il quale si creano non solo collaborazioni ma soprattutto relazioni. 

Le Penne del blog 2018-2019 | Anna Baldinotti, Francesca Babini, Julie Revol

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